Fabriano 13 maggio 2025 – Fabriano ha per decenni rappresentato il polo più forte dell’intera economia marchigiana con una significativa proiezione internazionale. Una forza non solo legata a vocazioni storiche, ma anche alla presenza di un ceto imprenditoriale che ha guidato lo sviluppo di importanti realtà nazionali e che ha influenzato l’intera struttura economico-sociale della regione. Quella stagione si è in parte conclusa e oggi occorre far riemergere e valorizzare le risorse identitarie”.

Si apre così il documento “Destinazione Fabriano. Posizionamento e strategie per uno sviluppo di territorio”, elaborato da Nomisma per conto del Comune di Fabriano e che rappresenta un aggiornamento della situazione socio-economica della città all’indomani dei grandi shock che l’hanno coinvolta in questi anni: il sisma del 2016/2017, il Covid del 2020/2021 e le turbolenze del quadro geopolitico ancora in atto.

Nasce da qui l’idea dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Daniela Ghergo di dotare la città di uno strumento di analisi aggiornato, capace di

 rinnovare le precedenti elaborazioni e di porsi come uno strumento aperto di dibattito e di proposta.

Uno strumento che, rimesso ordine nel bilancio comunale e nella struttura amministrativa, può aiutare l’Amministrazione di concerto con la comunità nella programmazione degli interventi in un arco decennale, contribuendo a disegnare la città del prossimo futuro.

Per fare questo bisogna, però, avere chiari i principali gap del territorio. Il primo riguarda la struttura produttiva. Prosegue il calo di addetti nella manifattura (- 43% dal 2016 al 2023), legata in particolare all’elettrodomestico, che ha rappresentato il cuore economico della città, e avanza un processo di terziarizzazione nei settori del commercio, delle costruzioni e dei servizi che ha bisogno di essere orientato verso attività ad alto contenuto tecnologico e valore aggiunto.

Il secondo gap riguarda la demografia, che registra un calo della popolazione del 4,3% nel periodo 2002-2023 e un invecchiamento della stessa, ponendo il tema della bassa natalità e dei flussi di immigrazione sia in entrata che in uscita.

Un terzo gap concerne l’attrattività turistica. Dopo il periodo del Covid arrivi e presenze a Fabriano sono in crescita, ma faticano ad attestarsi su un livello adeguato alle potenzialità della città e del territorio. C’è qui un margine di crescita possibile molto ampio che va accompagnato con servizi di ricettività, informazione, promozione e accoglienza, creando connessioni territoriali.

Infine, il welfare, che registra un buon livello dei servizi sociosanitari, con una spesa per i disabili superiore alla media regionale, ma ha bisogno di essere rafforzato sia sul versante dei servizi all’infanzia che del welfare culturale.

Questa analisi critica viene messa a raffronto nel Documento con la situazione dei 14 Comuni confinanti con Fabriano, che definiscono la “Città allargata”, ma soprattutto con il distretto dei 36 Comuni umbri e marchigiani che gravitano sulle città di Fabriano e Gubbio e che delineano la “Città appenninica”, un ambito territoriale strategico oggetto di interventi mirati.

Infatti, il Documento avanza delle progettualità di rilievo territoriale proprio riferiti alla “Città Appenninica” nei settori primario (filiera bosco-legno, nuove produzioni agricole appenniniche, filiera zootecnica sostenibile), dello sviluppo imprenditoriale (formazione tecnico-professionale post diploma, incubatore di impresa per nuovi mercati, mappatura aree e siti industriali per attrazione degli investimenti), della cultura e turismo (sviluppo marketing digitale, atlante delle produzione enogastronomiche, rete dei musei e dei cammini) e dei servizi territoriali (Longevity hub, Farmacie dei servizi, percorsi di mobilità lenta e di TPL, DMO turistica).

A queste progettualità di respiro territoriale, che vedono Fabriano come uno dei baricentri delle stesse secondo una logica diffusa e a rete, si uniscono delle progettualità che riguardano più direttamente la città e che sono connesse alle prime. In particolare il Documento evidenzia tre ambiti specifici: le prospettive di micro-manifattura (riconversione ex Siva, Longevity hub, variante urbanistica delle aree produttive, Comunità energetiche rinnovabili), i nuovi social business (usi temporanei dell’ex Cinema Montini, la riconversione delle ex Cartiere Miliani, le Farmacie dei servizi, la nuova offerta formativa post-diploma, il rilancio del settore agro-silvo-pastorale) e le infrastrutture sociali e materiali (Pedemontana nord, la valorizzazione del patrimonio pubblico, la rivitalizzazione dei territori collinari e montani e i processi di partecipazione).

Si tratta di progettualità emerse dal percorso di ascolto che ha riguardato oltre 50 esponenti rappresentativi di mondi economici, sociali, culturali e associativi della città e del territorio, e da circa 15 iniziative e convegni tematici a cui l’Amministrazione ha dato vita dall’inizio del mandato. Il percorso si è giovato dell’impegno volontario e gratuito di oltre 20 autorevoli personalità del mondo accademico, istituzionale e professionale che hanno svolto la funzione di comitato tecnico-scientifico.

“Il Documento non ha le velleità della pianificazione strategica – dichiara il Sindaco di Fabriano Daniela Ghergo - ma vuol essere uno strumento aperto che da un’analisi circostanziata fa discendere delle progettualità realizzabili alla scala comunale e territoriale. Progetti che possono incidere positivamente nel rilancio del tessuto economico, sociale e culturale della nostra comunità e su cui è fondamentale il concorso sinergico di attori privati e di enti pubblici, in particolare dei livelli istituzionali sovraordinati, Regione e Governo, che vengono chiamati in questo modo alla corresponsabilità fattiva per il rilancio di Fabriano e del suo distretto industriale”.

“Abbiamo seguito la gestazione dell’elaborazione prodotta da Nomisma – sostiene l’Assessore alla Progettualità Pietro Marcolini - convinti che il Comune dovesse dotarsi di un quadro aggiornato dei punti di forza e di debolezza e dell’individuazione di alcuni sentieri di sviluppo traducibili in progetti concreti. I temi più generali che investono Fabriano sono quelli dell’innovazione della sua matrice industriale, della riconversione del territorio in senso green ed energetico e dell’investimento in ricerca, formazione e cultura. Metterli a fuoco in un’ottica di prospettiva e di medio termine, evidenziando dei progetti possibili, aiuta la programmazione degli interventi, l’orientamento delle risorse disponibili, ma soprattutto può fare da leva per l’interessamento di soggetti privati non soltanto locali e nel reperimento di risorse da altre fonti regionali, nazionali ed europee”.

Insomma, Fabriano vive gli oltraggi delle crisi occupazionali targate Beko e Fedrigoni, ma non desiste e guarda avanti, scommettendo sul coraggio della proposta.

Nota Stampa
Ufficio Comunicazione

 

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