PER FABRIANO E’ UN ALTRO TERREMOTO. SERVE UN PATTO SOCIALE TRA TUTTE LE FORZE PRODUTTIVE, ECONOMICHE E SOCIALI DEL TERRITORIO PER EVITARE UNA CRISI CHE TRASCINEREBBE LE AREE INTERNE DELLA NOSTRA REGIONE
Fabriano 14 marzo – Fabriano sta vivendo un altro terremoto, questa volta sociale ed economico ma dagli effetti potenzialmente devastanti. Le crisi Beko e Fedrigoni hanno un impatto importante sulla città. Oggi dal Ministero delle Imprese non sono arrivati segnali confortanti sulla vertenza Beko, l’azienda non sembra recedere rispetto al numero di lavoratori in esubero che sono stati annunciati settimane fa. Ciò che ha maggiormente ferito Fabriano in questi giorni è stato apprendere che il gruppo Fedrigoni, dopo aver chiuso lo scorso dicembre la società Giano 1264 lasciando a casa decine di lavoratori, motivando la scelta con la perdita di profitto ingenerata dalla produzione di carta da ufficio, ha poi concesso l’uso del marchio Fabriano per far produrre la medesima carta ad una società tedesca, che, evidentemente, da tale produzione i profitti li ricava. Non siamo disponibili a subire le conseguenze di scelte scellerate che avvengono a vantaggio di imprese straniere senza che le istituzioni governative e regionali siano state finora in grado di porre argini o condizioni. Confidiamo che riusciranno a gestire queste vicende nell’interesse dei nostri lavoratori e dei nostri territori.
In momenti cruciali come quelli che stiamo vivendo serve una grande unità e compattezza, da parte di tutti. Serve un patto sociale di tutte le forze produttive, economiche e sociali del territorio in cui ciascuna dia il proprio contributo per risollevare un distretto industriale che ha in sé competenze e potenzialità per riprendersi e tornare ad essere la locomotiva industriale delle aree interne e della regione.