
ACCORDO BEKO - 1280 ESUBERI RAPPRESENTANO UNA FERITA PROFONDA PER IL FUTURO DELL’ELETTRODOMESTICO IN ITALIA. FABRIANO PAGA IL PREZZO PIU’ ALTO.
Fabriano 14 aprile 2025 – ‘La vertenza Beko - dichiara il Sindaco di Fabriano Daniela Ghergo - rappresenta una pagina deludente della politica industriale italiana. L’accordo va rispettato, ma non posso condividere l'entusiasmo con cui è stato presentato l’esito finale della trattativa: a fronte dei 1.900 esuberi inizialmente annunciati, in Italia rimangono 1.280 lavoratori che perderanno il posto di lavoro. Per Fabriano è una ferita profonda: 270 tra operai, impiegati e ricercatori, che vedono svanire ogni prospettiva di continuità. Avevamo chiesto un piano industriale vero, non una strategia di dismissione che rappresenta il preludio alla fine della produzione dell’elettrodomestico in Italia. Torno in città sapendo che 270 famiglie dovranno riscrivere il loro futuro con il rischio che emigrino altrove. Fabriano, nonostante il lavoro meritorio di sindacati e istituzioni, è stata lasciata sola. Mi aspetto che il Governo metta in campo misure straordinarie per arginare le conseguenze economiche e sociali su un territorio già duramente provato e che la Regione riconosca pienamente il valore e la fragilità del nostro distretto industriale attuando un piano straordinario per il suo rilancio con misure di defiscalizzazione e incentivi agli investimenti’.
Per il Presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali: ‘Probabilmente è stato ottenuto il miglior risultato possibile rispetto al piano industriale iniziale e le condizioni date. Di questo ringrazio per il difficile lavoro svolto gli attori istituzionali e sindacali che hanno partecipato alla trattativa. Tuttavia, non posso non evidenziare come il territorio del Fabrianese – patria della storia dell’elettrodomestico in Italia e già colpito da numerose crisi – sia l’unico a non aver beneficiato di una riduzione significativa degli esuberi rispetto al piano industriale originario, a differenza di quanto accaduto negli altri siti. Ne prendiamo atto, e ci auguriamo che, su un territorio così duramente provato, gli effetti sociali possano essere i meno impattanti possibile.’
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