Renato Sinigaglia. Un antifascista marchigiano – trentino. Presentazione del libro sabato 13 luglio, in occasione del 69° anniversario della liberazione della città di Fabriano.
Dove
Pinacoteca civica “Bruno Molajoli”
Organizzazione
L'evento è in collaborazione con la Biblioteca pubblica “Romualdo Sassi”
Quando
sabato 13 luglio alle 17.30
Descrizione
L'Anpi di Fabriano celebra il 69° anniversario della liberazione della città presentando, sabato 13 luglio presso la Pinacoteca civica “Bruno Molajoli”, alle 17.30, un volume di storia che ha per protagonista il fabrianese Renato Sinigaglia. Un antifascista marchigiano-trentino (Editore Temi, Trento, 2011).
Sarà presente l'autore Sandro Schmid, nato a Trento, dirigente nazionale della CGIL con Trentin e Cofferati, deputato dell'Ulivo nel 1996-2001, giornalista-pubblicista, oggi presidente dell'Anpi del Trentino.
In mattinata, alle ore 11, avverrà la cerimonia di intitolazione della sezione Anpi di Fabriano, sita nella piazzetta del Podestà, ad Angelo Falzetti, presidente dell'Anpi fabrianese per decenni, recentemente scomparso, che ha speso la sua vita per la difesa della Costituzione e al servizio degli altri.
Nella sua ricerca Schmid ha associato la vita di Sinigaglia alla storia d'Italia del primo ventennio del XX secolo, caratterizzata da una forte presenza anarchica, repubblicana e socialista, sempre pronta a battersi contro il blocco sociale conservatore clerico-agrario-industriale, come insegnano gli scioperi dei cartari nel 1908 e nel 1924, oppure gli scontri del 1911 durante la processione del Corpus Domini e la sanguinosa protesta della Settimana Rossa nel 1914, che vide tra i protagonisti il socialista Luigi Bennani e l'anarchico Luigi Fabbri.
Eventi decisivi per i giovani di allora, che sognavano la Rivoluzione. La prima condanna per il socialista Renato Sinigaglia risale al 1917, a Gorizia, perché obiettore di coscienza, sorpreso a raccogliere firme contro la guerra.
Poi il ritorno a Fabriano e l'apertura della falegnameria. Quindi la nascita quasi contemporanea, nel 1921, della sezione del PCI, in una stanza della “marischiana”, e del PNF. Nello stesso anno si celebra il suo matrimonio con Domenica Lorenzi, una “trentina” che sarà la compagna della sua vita, da cui nascerà Rosina.
Le violenze fasciste e un vile agguato che gli tendono sotto casa convincono Renato a trasferirsi con la giovane famiglia in Trentino. Il 4/10/1925, quando ormai la dittatura è una triste realtà, Sinigaglia si trova a Pergine (Trento), vicino al paese della moglie. Il suo primo pensiero è di trovare un lavoro, il secondo è di riprendere l'impegno politico. In tal senso, Sandro Schmid ha ricostruito la storia dei comunisti di Pergine, consultando documenti tratti dalle carte riservate della Polizia. Ha così riportato alla luce le vicende di donne e uomini, le loro foto segnaletiche, le condanne. Sinigaglia è uno di questi.
Passò da un carcere all'altro, fino al letto di contenzione a Regina Coeli, che lo segnò per tutta la vita. Nel dopoguerra diventò segretario della sezione di Pergine e dell'ANPPIA. Nel 1948 organizzò una raccolta di firme per dire NO alla guerra. Il Tribunale di Trento vi vide un incitamento contro le Forze Armate e lo condannò nuovamente.
Renato Sinigaglia è tornato ogni tanto a Fabriano, dove ha ritrovato vecchi amici e compagni, come Otello Biondi, che gli chiese un contributo per “Il Progresso” del maggio 1971, in occasione del 50° dei comunisti fabrianesi. Una foto del 1970, presente nel libro, lo ritrae con sua moglie “Minica” al monumento della Resistenza. La morte lo ha colto nel 1977, a 80 anni, dopo aver espresso il rammarico di non poter più lavorare politicamente, perché ormai vecchio e senza le necessarie energie. Giusto corollario di una vita esemplare e di un'eredità ricchissima per i giovani, a molti dei quali è sconosciuta l'espressione “fare una scelta di vita”, tanto cara invece agli antifascisti che hanno costruito la nostra Repubblica – Terenzio Baldoni.