L'AFFIDO : TUTTO QUELLO CHE e' IMPORTANTE SAPERE.
Che cosa è l'affido
Che cos’è l’affido familiare?
L’affidamento familiare è un'esperienza di solidarietà, una risposta di aiuto ad un bambino o ad un adolescente, italiano o straniero. L’affido consiste nell’accogliere un bambino all’interno della propria famiglia per un periodo di tempo che può essere più o meno lungo.
A che cosa serve?
È un intervento che vuole essere di aiuto a famiglie in particolare difficoltà nella cura e nell’educazione dei figli. Esistono diverse tipologie di affidamento familiare che rispondono all’esigenza di dare risposte adeguate ed appropriate ai differenti bisogni del bambino e della sua famiglia. Tali modalità di accoglienza differenziate permettono di valorizzare le diverse disponibilità, motivazioni e risorse delle persone che intendono dedicare tempo e capacità personali.
Chi sono i minori che necessitano di una famiglia affidataria?
Bambini e/o ragazzi nella fascia d’età 0-18 anni, pertanto possono essere neonati, bambini di due/tre anni, possono frequentare la scuola materna, elementare o la scuola media, possono essere più grandi e avere fino a diciassette anni compiuti. Per alcuni di loro può essere consigliata l’accoglienza in una famiglia con figli, per altri, può essere consigliabile l’accompagnamento da parte di una persona affidataria single o di una coppia di coniugi.
Chi sono le famiglie di origine dei minori affidati?
Sono famiglie che hanno bisogno di aiuto e che in un preciso momento della loro vita e per determinati motivi, non riescono da sole a soddisfare i bisogni educativi, affettivi e di cura dei propri figli. Ad esempio, l’affidamento familiare può essere utile quando ci sono problemi di salute dei genitori, o quando il nucleo familiare si disgrega; quando tra i genitori esiste un alto livello di conflittualità che pregiudica la crescita equilibrata dei figli, o ci sono evidenti inadeguatezze nella funzione educativa dei genitori.
Quali sono le caratteristiche dell’affido?
- la temporaneità;
- il mantenimento dei rapporti con la famiglia di origine;
- la previsione del rientro del minore nella propria famiglia di origine.
Quali sono le diverse tipologie di affido?
Ai sensi della Legge n. 184/1983 e ss. mm Legge n. 194/2001, l’affidamento può essere:
- Consensuale: i genitori del minore sono d’accordo e spesso sono loro stessi a chiedere questa forma di aiuto ai Servizi Sociali;
- Giudiziale: i genitori non sono sempre collaborativi e l’affidamento è decretato dal Tribunale per i Minorenni.
Nel corso degli anni, l’indicazione normativa sull’affidamento familiare è stata declinata in una pluralità di forme anche in base all’intensità del bisogno e dei “tempi” di accoglienza. Pertanto considerando le ultime disposizioni regionali (D.G.R. Regione Marche n. 1161 del 01.08.2012 e ss. mm.), ed i regolamenti degli Ambiti Territoriali, l’affidamento può anche considerarsi:
- A tempo pieno: il bambino trascorre con gli affidatari giorno e notte pur mantenendo rapporti periodici con la propria famiglia di origine (nelle modalità stabilite dai Servizi Sociali)
- A tempo parziale (diurno o residenziale saltuario): il bambino trascorre con la famiglia affidataria parte della giornata, ma alla sera torna a casa dai genitori naturali, oppure trascorre con la famiglia affidataria solo alcuni giorni ed in genere il fine settimana rientra a casa.
Chi sono le famiglie affidatarie?
Possono diventare affidatari, così come previsto dalla legge, coppie con o senza figli, sposate o conviventi e persone singole. Non ci sono vincoli di età rispetto al bambino affidato.
Quali sono i requisiti richiesti agli affidatari?
- disponibilità di uno spazio mentale nella propria vita e di uno spazio fisico nella propria casa;
- disponibilità affettiva e volontà di tenere per mano ed accompagnare un bambino o un ragazzo per un tratto di strada più o meno lungo con l’unica pretesa di sviluppare le proprie potenzialità;
- disponibilità ad accogliere una famiglia in difficoltà;
- disponibilità a collaborare con i Servizi Sociali e, qualora sia coinvolta, anche con l’Autorità Giudiziaria.
Durante l’affido quali sono i principali compiti degli affidatari?
Durante il periodo di affido, Servizi Sociali e famiglia affidataria collaborano attivamente per la costruzione di un progetto di affido nel quale gli affidatari assumono diversi importanti compiti.
In particolare:
- accogliere presso di sé il minore, provvedere alla sua cura, al suo mantenimento, alla sua educazione e istruzione assumendo le necessarie attenzioni psicologiche, affettive e materiali;
- garantire il rispetto della storia del minore, delle sue relazioni significative, dei suoi affetti e della sua identità culturale, sociale e religiosa;
- assicurare la massima riservatezza circa la situazione del minore e della sua famiglia;
- curare e mantenere i rapporti con la famiglia di origine e con tutti gli altri soggetti coinvolti, agevolando il rientro del minore nella propria famiglia, secondo le indicazioni contenute nel progetto di affido;
- partecipare agli incontri di verifica sull’affidamento predisposti nel tempo dai Servizi, secondo le modalità e le scadenze specificate nel progetto;
- partecipare all’attività di sostegno e formazione svolte dal Servizio preposto all’affidamento, al fine di promuovere occasioni di confronto e discussione sulle esperienze di affido e di promozione di una cultura dell’infanzia per realizzare i progetti di protezione e tutela del minore.
Che cos'è l'Appoggio Familiare?
Vi è inoltre una ulteriore forma di intervento di aiuto e sostegno rappresentato dall’ “appoggio familiare” che si attua per affiancare la famiglia che non è in grado di occuparsi completamente delle necessità affettive ed educative dei figli, in quanto risultano carenti di risorse parentali, amicali e di punti di riferimento. L’appoggio familiare ha durata temporanea, per alcune ore della giornata, in determinati giorni della settimana, o per il week-end.
Le principali caratteristiche di questo tipo di aiuto familiare sono: la temporaneità; nessuna sostituzione delle capacità genitoriali; il mantenere contatti con la famiglia del minore; la presenza di una rete di servizi pubblici, di associazioni private, per il confronto ed il sostegno a chi si offre come volontario disponibile.
In particolare si rivolge a:
- minori che necessitano di essere seguiti in attività educativo-scolastiche e di sviluppo dell’inserimento sociale che la famiglia d’origine non è in grado di garantire;
- situazioni in cui occorre dare appoggio e sostegno anche alla famiglia naturale oltre che al minore; per la gestione della vita quotidiana;
- minori in fase adolescenziale o pre-adolescenziale che necessitano di essere seguiti oltre che nelle attività scolastiche, in attività sportive, parrocchiali, ecc.
Possono essere affidatari d’appoggio (come per l’affido) coppie con o senza figli, sposate o conviventi, persone singole, che preferibilmente abbiano frequentato un percorso di formazione o sensibilizzazione.
Non occorre avere requisiti particolari di reddito o tenore di vita. Sono sufficienti: uno spazio nella propria vita e nella propria casa per accogliere un’altra persona diversa da sé; la disponibilità affettiva e la volontà di accompagnare per alcuni momenti della giornata un bambino o un adolescente, senza la pretesa di cambiarlo, ma aiutandolo a sviluppare le sue capacità, valorizzando i suoi lati positivi; la consapevolezza della presenza e dell’importanza della famiglia d’origine nella vita del bambino.